In un mondo distopico, la libertà si trasforma in una gabbia dorata: il regime celebra il “diritto di scegliere”, ma ogni opzione è predeterminata da un sistema totalitario. L’individualismo è demonizzato come caos, mentre l’obbedienza cieca viene glorificata come ordine supremo. “Sei libero di essere uguale”, ripetono gli altoparlanti, mentre l’intelligenza artificiale monitora ogni pensiero deviante. I bisogni sono standardizzati: felicità obbligatoria, desideri regolamentati, amori approvati. Chi osa ribellarsi viene etichettato come folle o criminale, perché la vera schiavitù è credere di poter sfuggire al controllo. La ribellione si dissolve nell’apatia, e l’unica via di fuga è accettare che la libertà autentica sia un’illusione pericolosa. In questo paradosso, la mente diventa prigioniera della sua stessa rassegnazione, e la catena più forte è quella che non si vede.

Intervista a DYSTOP™ tra barocco e algoritmo
In un mondo dove ogni battito cardiaco è tracciabile e ogni respiro codificato, DYSTOP™ svela “INIZIAZIONE”™, un disco che non suona: spia. Un incrocio tra