Ambiente: una stanza grigia, illuminata da una luce fredda e artificiale. Una telecamera fissa inquadra Matteo Bavestrelli, seduto su una sedia di metallo. Alle sue spalle, uno schermo mostra immagini intermittenti di occhi che scrutano e slogan del Partito. La voce dell’intervistatore è meccanica, quasi robotica.
Intervistatore (voce fuori campo):
“Matteo Bavestrelli, oggi parleremo di ‘1984’ di George Orwell. Un libro che ha anticipato molti aspetti della nostra società. Cosa ne pensi?”
Matteo Bavestrelli (con un sorriso forzato):
“Beh, è incredibile come Orwell abbia previsto così tanti dettagli del nostro presente. Il controllo del pensiero, la manipolazione del linguaggio, la sorveglianza costante… tutto sembra così familiare.”
Lo schermo dietro di lui mostra immagini di telecamere di sicurezza, manifesti con slogan come “LA GUERRA È PACE” e “LA LIBERTÀ È SCHIAVITÙ”.
Intervistatore:
“E il Grande Fratello? Pensi che sia solo una finzione letteraria?”
Matteo Bavestrelli (con un tono più cupo):
“Il Grande Fratello è ovunque. Non è più una figura singola, ma un sistema. Un sistema che ci osserva, ci analizza, ci controlla. E il peggio è che lo accettiamo, lo alimentiamo persino. I social media, i dispositivi intelligenti, le telecamere… siamo noi a costruire la nostra prigione.”
Lo schermo mostra un flusso di dati, volti scansionati, pubblicità personalizzate. La telecamera si avvicina al volto di Bavestrelli, che sembra sempre più a disagio.
Intervistatore:
“E la Neolingua? Pensi che stiamo assistendo a una riduzione del linguaggio, come descritto nel libro?”
Matteo Bavestrelli (con un sospiro):
“Assolutamente sì. Le parole stanno perdendo il loro significato. ‘Libertà’, ‘democrazia’, ‘verità’… sono diventate vuote, strumentalizzate. E più riduciamo il linguaggio, più riduciamo la nostra capacità di pensare criticamente. È un circolo vizioso.”
Lo schermo mostra tweet cancellati, post censurati, parole che si dissolvono nel nulla. La luce nella stanza si affievolisce, lasciando Bavestrelli in una semi-oscurità.
Intervistatore (voce più fredda):
“Ultima domanda, Matteo. Pensi che ci sia ancora speranza? O siamo già oltre il punto di non ritorno?”
Matteo Bavestrelli (fissando direttamente la telecamera, con un’espressione di sfida):
“La speranza c’è sempre, ma dobbiamo lottare per essa. Dobbiamo ricordare che il potere del Grande Fratello deriva dalla nostra acquiescenza. Se smettiamo di accettare, se iniziamo a resistere, possiamo ancora cambiare le cose.”
La telecamera si spegne bruscamente. Lo schermo diventa nero. Una voce finale, quasi un sussurro, si sente nell’oscurità:
In realtà…